Una lotta impari

La lotta fra chi dice la verità e chi diffonde – o si fida – delle bufale, sarà  sempre una lotta impari.

La verità costa fatica, le bufale no.

Per raccontare un fatto vero hai bisogno dei dati e delle loro fonti, dell’accuratezza dei dettagli.

Per raccontare bugie non ti serve nulla di tutto questo. Puoi e anzi devi essere approssimativo e superficiale. Basta una foto presa dal web e un titolo ad effetto.

Chi racconta la verità, poi, spesso deve scontrarsi con persone che non leggono molto e che di sicuro non leggeranno quell’articolo di 5000 caratteri che hai appena postato e che smonterebbe i loro discorsi in un minuto.

Quando scrivi o parli basandoti sui fatti devi fare uno sforzo continuo per ricordare, per essere chiara, per restare sul contenuto e non farti trascinare ai livelli di chi parla per frasi fatte, luoghi comuni e insulti.

Chi, al contrario, non è realmente informato ma si limita a ripetere quelle due o tre bufale costruite per essere facilmente ricordabili, non deve fare alcuno sforzo e può seminare la disinformazione molto più  velocemente rispetto a chi si impegna per la verità.

Per tutte queste ragioni si tratta di una lotta che non sarà mai alla pari. Se vuoi giustizia, dovrai presto accettare di essere etichettata come la polemica del gruppo, la scassacazzi, la ipersensibile. Dovrai sempre sentirti dire cose come “oh Mamma, e fattela na risata” o peggio ancora: “ma hai il ciclo?”. Sarai costretta a chiudere con certe persone che non riescono a centrare una conversazione sui contenuti, e che hanno l’insulto facile. Verrai spesso delusa, perché saranno sempre di più gli ignoranti “per scelta” rispetto a coloro che, pur non conoscendo la verità, hanno il vero desiderio di scoprirla. A fine giornata, capiterà molte volte di ritrovarti completamente prosciugata, senza energie per tutto il tempo che hai passato a parlare o scrivere e almeno una volta su due ti riprometterai di non farlo più, di smettere di parlare con “certa gente”.

Ma in fondo lo sai che non smetterai, perché per fortuna non hai smesso di credere nel potere della verità e nel potenziale delle persone.